Quando salgo sulla 500 di mia nonna è come se viaggiassi in un’altra dimensione. Appena girata la chiave, tirata la levetta dell’aria e della messa in moto, il mitico bicilindrico inizia un borbottio sommesso e metallico ed il mondo diventa relativo. E’ tutto lì, nella sua semplicità e purezza. Una leva del cambio, un pedale del freno, uno della frizione, l’acceleratore ed il volante. Poi i comandi delle frecce, delle luci ed il tergilunotto. Quattro cose essenziali che stanno lì a ricordarmi quanto è poi semplice la vita e quanto invece l’abbiamo complicata. E’una piccola macchina arancione che più di 80 kilometri orari non fa. Una velocità sufficiente a portarti in ogni luogo, nel giusto tempo e senza neanche prendere una multa. Ma dove vanno tutti di fretta? Ecco il SUV che mi fa i fari e mi supera da destra spazientito. La gente mi guarda così grosso in quella piccola macchinina e si chiede come faccia ad entrarci. Eppure io mi sento a casa, mi sento apposto, senza altro desiderio che arrivare nel luogo in cui sto andando, godendomi un’esperienza straordinaria. E allora ti domandi a che serve tutto il resto? Ne abbiamo davvero bisogno? Certo, magari non è la macchina adatta a fare un lungo viaggio, ma fa quello che deve fare, con onestà e sincerità. Roma, a giudicare dalle dimensioni della maggior parte delle auto, deve essere piena di persone in partenza per lunghi, lunghissimi viaggi. E poi consuma poco e dura moltissimo, molto più di analoghe automobili moderne. La voglio vedere una Smart fra 50 anni. Non mi piace solo per le sue qualità automobilistiche, ma per l’influenza che ha sui miei pensieri. Guidare una 500 ti porta a riflettere sulla vita, sui valori, su ciò che è veramente importante e su quello che siamo diventati. Corriamo tutti insoddisfatti e frustrati a fare acquisti per l’imminente Natale. Siamo diventati bulimici consumatori di ogni cosa o, se non ce lo possiamo permettere, grandissimi frustrati per non poterlo fare. Abbiamo perso di vista ciò che ci circonda e non facciamo altro che desiderare altro, altre cose, altri rapporti, per poi consumarli e ricominciare di nuovo la nostra corsa al consumo. Fermatevi tutti, scendete da quelle macchine nuove e venite fare una giro sulla 500 di mia nonna, forse riuscirete ad apprezzare di più quello che avete.